Quella del 14 febbraio è stata una giornata importante, che ha visto scendere in piazza, in diverse città, migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola, studenti e studentesse, educatrici ed educatori, con rivendicazioni comuni e uniti contro un governo capace solo di tagliare da una parte ed incrementare la precarietà e l’incertezza lavorativa dall’altra.
Lo Sciopero generale della scuola, proclamato da USI-Educazione, Cub Sur, Sgb, Adl Cobas e Sial Cobas (che ha esteso la proclamazione anche ai dipendenti privati operanti nella scuola, quindi educatori, addetti alle pulizie, ecc.), è frutto della volontà di autorganizzazione e lotta da parte delle lavoratrici e dei lavoratori precari/e della scuola, che hanno dato vita a Coordinamenti di precari autoconvocati in diverse città, in collegamento e collaborazione fra loro.
Il Coordinamento Precari Autoconvocati infatti, nato a Milano agli inizia di novembre, in pochi mesi ha visto crescere una rete orizzontale, composta da insegnanti ma non solo, che si è sviluppata su tutto il territorio nazionale, dalla Lombardia alla Sardegna, dalla Toscana alla Puglia, con obiettivi e metodologie comuni.
La rivendicazione principale dello sciopero generale del 14 febbraio, fatta propria anche dalle organizzazioni sindacali che lo hanno proclamato, è quella di stabilizzare tutto il personale precario che ne ha diritto: un concorso come quello pensato dal governo, per 24.000 posti su tutto il territorio nazionale, è solo propaganda e fumo negli occhi, a fronte di quasi 200.000 posti scoperti.
La scuola pubblica in questi anni è stata sempre più oggetto di tagli e smembramenti, a fronte di una gestione aziendalistica sempre più spinta, che sarà ulteriormente aggravata dal progetto di “autonomia differenziata”, se verrà approvato ed entrerà in vigore.
Anche a tutto questo ci opponiamo, pretendendo che siano stanziate risorse importanti sia per il personale che per le strutture, contro l’alternanza scuola-lavoro e contro l’autonomia differenziata.
Il 14 febbraio la manifestazione più importante si è svolta a Milano e ha visto un corteo di duemila lavoratrici e lavoratori attraversare la città da Largo Cairoli fino all’Università Statale, dove si è svolta un’assemblea per rilanciare la mobilitazione.
All’interno del corteo i compagni dell’Usi-Cit hanno diffuso un volantino in solidarietà del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova contro il traffico di armi che tocca anche i porti italiani, in particolare quello di Genova.
Altre manifestazioni si sono tenute a Torino, Firenze, Taranto, Pavia, Cagliari, Sassari, Bologna e Reggio Emilia.
La mobilitazione è però solo all’inizio: da una parte è necessario estendere e diffondere la rete dei coordinamenti, mantenendo metodi orizzontali e assembleari, dall’altra rinsaldare maggiormente l’unità fra tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano all’interno del settore scolastico ed educativo, senza dimenticare il mondo studentesco che ne è una parte fondamentale.
Quella del 14 febbraio è stata un’ottima dimostrazione che l’unità e la compattezza di coloro che sono i reali protagonisti della scuola è vincente ed efficace: un tracciato che vale la pena percorrere anche nell’immediato futuro, rilanciando la lotta dal basso e l’autorganizzazione.
USI-Educazione / USI-CIT