Appello in solidarietà e sostegno al movimento degli studenti/studentesse

Gli/le studenti/studentesse medi in questi ultimi mesi con le loro lotte hanno rimesso all’ordine del giorno la pessima condizione del sistema scolastico, rivendicato un reale diritto allo studio e contestato le politiche del governo Draghi.

Lo hanno fatto con occupazioni e manifestazioni che hanno percorso le nostre città, mettendo sotto accusa il fallimento della scuola dei Presidi Manager e accusando giustamente il Ministro Bianchi e il Governo Draghi di continuare a sostenere il primato di Confindustria sul diritto all’istruzione pubblica.

La politica della scuola, dell’università e della ricerca progettata dall’UE e dal Governo Draghi, continua a negare le necessita generali, come dimostra la sostanziale consegna dei Fondi PNRR alle imprese.

In questo contesto la morte del giovane Lorenzo, studente apprendista di un istituto professionale di Udine, sintetizza drammaticamente l’attuale modello formativo, che antepone le esigenze dell’impresa alla sicurezza del lavoratore/lavoratrice sia esso studente/studentessa o di professione.

Bene hanno fatto gli studenti e le studentesse a scendere nelle piazze per dire basta ai PCTO e alla formazione Professionale impostata sugli interessi padronali e non sul diritto allo studio e alla sicurezza.

Salutiamo e auguriamo un ottima riuscita alle giornate di mobilitazione e di assemblea nazionale indette dal movimento studentesco per il 5, 6 febbraio.

Sono passati due anni dalla pandemia che ha messo ancor più in evidenza cosa ha prodotto con i suoi tagli sulla scuola il primato dell’impresa.

Nessuna risposta concreta è stata data alle rivendicazioni di studenti/studentesse, insegnanti e personale ATA che chiedono edifici scolastici moderni, sicuri e vivibili, aumento degli organici, aumenti salariali, investimenti per il sostegno allo studio e un orientamento di studio che risponda all’esigenza di emancipazione sociale e non la neghi.

Alle richieste degli studenti7studentesse, espresse anche in forme conflittuali come è nella storia dei movimenti politici e sociali vincenti, il Ministro e il Governo hanno opposto l’ottusità del potere.

Silenzio, manganellate e una raffica di pesanti provvedimenti disciplinari che preludono alla perdita dell’anno scolastico e cosa gravissima in alcune scuole sono stati accompagnati dall’imposizione al lavoro coatto.

Le nostre organizzazioni sindacali esprimono solidarietà e sostegno agli studenti/studentesse e invitano i lavoratori e le lavoratrici a opporsi a questa logica securitaria e repressiva, lontana e opposta alle problematiche reali sollevate.

Come nelle migliori stagioni della storia, gli studenti/studentesse hanno posto la necessità di una relazione stretta con il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, come legame fondamentale per resistere e rivendicare un futuro di progresso umano e sociale.

Non ci serve una scuola che educhi all’ubbidienza contro le ingiustizie e le iniquità sociali, quella serve ai padroni, piuttosto lavoriamo ad una scuola che metta insieme istruzione, coscienza critica ed emancipazione sociale.

Buona lotta !!

CONFEDERAZIONE COBAS – COBAS SARDEGNA – CUB – SGB – UNICOBAS – USB – USI CIT

LA “BUONA SCUOLA” È BUONA PER MORIRE

Apprendiamo con sgomento e rancore della morte di Lorenzo Parelli, ragazzo di 18 anni ucciso dalla logica del profitto di aziende che si servono di manodopera gratuita, gentilmente offerta dalle scuole, in virtù delle riforme scolastiche degli ultimi anni.

Se ogni lavoratore e ogni lavoratrice che non torna a casa vivo/a dal proprio lavoro  (sono 4 ogni giorno) grida vendetta, la morte di uno studente (perché Lorenzo questo era, uno studente) avvenuta mentre impegnato a lavorare in una carpenteria metallica è qualcosa che fa ribollire il sangue nelle viscere.

Carne da macello mandata a morire. Questo siamo. Questo sono i lavoratori e le lavoratrici. Questo sono gli studenti e le studentesse.

Perché il profitto val bene qualche vittima. Questo stiamo insegnando ai giovani scolari. Guai a denunciare questa cosa, però. Lo sanno bene gli studenti e le studentesse scesi/e in piazza domenica 23 a Roma per esprimere il proprio disgusto per questa morte inaccettabile e tornati/e a casa con le teste rotte dai manganelli della polizia.

Siamo al loro fianco, lo saremo venerdì nelle mobilitazioni studentesche a carattere nazionale. Mobilitazioni alle quali invitiamo tutti e tutte a partecipare, studenti e lavoratori uniti. Perché se la buona scuola è un incubo, se i morti sul lavoro sono un incubo, che questo incubo lo vivano i nostri oppressori.

Per un mondo, per una scuola, senza sfruttati e sfruttatori. 

Segreteria USI – CIT

USI-CIT  Educazione

Volantino: La “buona scuola” è buona per morire

SERVIZIO EDUCATIVO A DOMICILIO AI TEMPI DEL CORONA VIRUS

TI HANNO CHIESTO UN SERVIZIO EDUCATIVO A DOMICILIO?

in questo periodo di scuole chiuse, capita che agli educatori richiedano un’assistenza domiciliare presso il domicilio dei ragazzi che seguivano prima (o altri colleghi), ebbene, noi ti consigliamo di rispondere, alla luce dei vari decreti ministeriali:

1) ne avete parlato col mio sindacato? è un mio diritto costituzionale, allora dateci un taglio con le vostre discriminazioni e convocate sto tavolo!
2) ho la garanzia che non perderò forme di ammortizzatori sociali?
3) ho tutti i dispositivi medico-sanitari ADEGUATI?
4) avete fatto una valutazione dei rischi consegnata a TUTTI i sindacati presenti e mi mettete nero su bianco che vi prendete la responsabilità?
5) nella mia autovettura non entra nessuno per motivi di lavoro in questo periodo

se almeno uno di questi punti non fosse rispettato, il nostro consiglio è di dire a chi ti ci manda (letteralmente), con grande pacatezza e serenità interiore: vacci tu!

USI-CIT PARMA

LO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA È SOLO L’INIZIO!

Quella del 14 febbraio è stata una giornata importante, che ha visto scendere in piazza, in diverse città, migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola, studenti e studentesse, educatrici ed educatori, con rivendicazioni comuni e uniti contro un governo capace solo di tagliare da una parte ed incrementare la precarietà e l’incertezza lavorativa dall’altra.

Lo Sciopero generale della scuola, proclamato da USI-Educazione, Cub Sur, Sgb, Adl Cobas e Sial Cobas (che ha esteso la proclamazione anche ai dipendenti privati operanti nella scuola, quindi educatori, addetti alle pulizie, ecc.), è frutto della volontà di autorganizzazione e lotta da parte delle lavoratrici e dei lavoratori precari/e della scuola, che hanno dato vita a Coordinamenti di precari autoconvocati in diverse città, in collegamento e collaborazione fra loro. Continue reading

CONTRO IL PRECARIATO MOBILITAZIONE PERMANENTE!

14 FEBBRAIO 2020

SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA

Alla precarietà permanente della scuola rispondiamo con la mobilitazione permanente!

A una scuola che si fonda sul precariato di quasi duecentomila lavoratrici e lavoratori, su edifici fatiscenti e insicuri, sul sovraffollamento delle classi… rispondiamo con lo Sciopero Generale!

Contro una scuola dello sfruttamento e del lavoro gratis (vedi alternanza scuola-lavoro), che nel progetto di “autonomia differenziata” si propone sempre di più come un modello di frammentazione e classismo, sosteniamo le lotte autorganizzate e dal basso!

L’USI-Educazione sostiene la mobilitazione del Coordinamento precari della Scuola autoconvocati e proclama lo Sciopero generale della Scuola per tutta la giornata del 14 febbraio 2020.

Venerdì 17 gennaio giornata di lotta e mobilitazione con manifestazioni a Milano, Torino, Pavia, Firenze Cagliari, Sassari…

Per

– la stabilizzazione di tutto il personale della scuola con almeno 36 mesi di servizio come prevede la normativa europea 70/99

– l’adeguamento salariale di tutto il personale nel rinnovo del CCNL e il raggiungimento dei salari nella media europea

– maggiori finanziamenti per l’edilizia scolastica per garantire più sicurezza ai lavoratori ed agli utenti

Contro

– lo sfruttamento subito dagli studenti in questi anni dall’alternanza scuola lavoro

– l’autonomia differenziata Continue reading

Parma: ancora tagli all’integrazione scolastica

Il numero di alunni con disturbi dell’apprendimento, il numero di diagnosi legate alla legge 160 e alla legge 104, il numero di situazioni di disagio economico e sociale legate alle famiglie di alunni che frequentano la scuola dell’obbligo, sono tutti dati statisticamente in aumento negli ultimi anni.

Tutte queste componenti fanno significativamente parte delle problematiche che entrano in classe ogni giorno, classi con un numero di studenti che si avvicina a 30, dove inoltre è in aumento il fenomeno di presenze non italofone di recente immigrazione. E quali sono gli strumenti? Dentro l’aula ogni giorno, a gestire questa meravigliosa diversità, perchè non è di questo che ci lamentiamo, si trova un insegnante, affiancato talvolta da un insegnante di sostegno o un educatore, figure il cui ruolo è di sostegno e supporto alla classe per l’integrazione dell’alunno certificato secondo la legge 104. Non c’è altro. Il benessere scolastico e l’integrazione, col passare degli anni, si sono a ridotti all’equilibrio precario tra numero di ore di sostegno assegnate dal Provveditorato e numero di ore di educatore assegnate dal Comune. Dirigenti sempre chiamati a scegliere dove mettere tali ore sapendo che dandole ad uno la tolgono necessariamente ad un altro.
Oggi il nostro comune ci parla di tagli rimandati a settembre, dell’impossibilità di mantenere le già risicate ore di educatore scolastico per il prossimo anno. E tutto succederà d’estate mentre le scuole sono chiuse…
STIAMO PARLANDO DI ESSERI UMANI!
Non solo i bambini certificati lo sono, ma anche i loro educatori, docenti e compagni di classe che si relazionano con loro ogni giorno. Ogni classe è una fragile piccola comunità, come si può pensare di perseverare nei tagli, Ignorando totalmente qualsiasi principio di continuità didattica e relazionale, che per i fanciulli è necessariamente fonte di benessere?
IL PROBLEMA SONO I SOLDI? MA SE PER PIÙ DI 20 EURO DI PAGA ORARIA CHE IL COMUNE VERSA ALLE COOPERATIVE, NELLE TASCHE DELL’EDUCATORE NE ENTRANO SOLO 7!
Non si dica che è un problema di tasse e previdenza sociale! È evidente che qualcuno ci guadagna. Non ci è giunta voce di benefattori all’interno delle cooperative sociali, soprattutto tra i dirigenti.
SE IL PROBLEMA È L’ESTERNALIZZAZIONE (CHE COSTA SENZA MIGLIORARE IL SERVIZIO) ALLORA TORNIAMO ALLE ASSUNZIONI!
Oggi esistono decine di educatori formati, determinati, esperti, che dovrebbero poter avere una continuità lavorativa per il bene loro, per il bene dei ragazzi, per il bene della scuola e non ultimo per un risparmio collettivo.
MANCANO I FONDI? E PERCHÈ LE FASCE PIÙ DEBOLI DOVREBBERO PAGARE DUE VOLTE, CON PIÙ TASSE E MENO SERVIZI?
NO AI TAGLI! NO ALLA FORMAZIONE DI AULE SEPARATE IN CUI UN EDUCATORE ‘SORVEGLIERÀ’ GRUPPI DI STUDENTI!

Come USI facemmo già notare mesi fa la deriva che il Comune sta seguendo in parallelo con i gruppi appartamento per disabili, dove si raggrupperanno appartamenti, e quindi utenti, allo scopo di risparmiare sugli operatori, ignorando le esigenze e la storia dei singoli.
Continue reading