L’emergenza Corona virus a Parma

Sono passati circa 20 giorni dall’esplosione, anche qui a Parma, dell’emergenza Coronavirus, e facciamo un primo bilancio.

Le attività di sportello sono continuate, ma ovviamente a distanza: dispositivi sanitari, rabbia per la non chiusura delle fabbriche e info sugli ammortizzatori sociali le questioni più gettonate. Contenziosi e conflitti, quasi azzerati, nel bene e nel male, ed è un segnale.
Attività di controinformazione, cultura libertaria, ecc, che sono i momenti in cui aggreghiamo e ci facciamo conoscere, azzerati. Altro segno.

I settori dove siamo stati più attivi: sanità e coop. sociali.
Sanità: abbiamo i/le nostri/e iscritti/e impegnati/e coi loro colleghi/e, trapela -ma lo sappiamo- un lavoro enorme, instancabile, a rischio, spesso frustrante per la mancanza di protezioni continue, i turni massacranti, l’ipocrisia che gli applausini di oggi coprano i tagli di ieri e di domani. Il nostro responsabile locale in isolamento, e a causa di un’intervista in balia di eventuali provvedimenti disciplinari che NON LASCEREMO PASSARE, ovviamente.

Coop. sociali: già dal…23, eravamo attivati,e, concedetelo, siamo stati i primi a livello nazionale ad intervenire pubblicamente Forse non è (solo) per questo, gli altri sono sempre migliori (…) ma il ruolo della pressione, della mobilitazione immediata, per fortuna estesa, un ruolo lo ha avuto nell’ottenimento di FIS e anticipo, noi come detto ci battiamo per il salario pieno, e pretendiamo l’integrazione del resto. La paura iniziale di educatori e maestre era che le obbligassero ad utilizzare ferie e permessi, che GIA’ ora non coprono l’intero anno scolastico, e su questo eravamo mobilitati da prima, ma l’intera legislazione del lavoro e gli organi preposti a vigilare paiono confermare ciò che sapevamo: che il settore è di fatto totalmente in balia del mercato, tutele inesistenti, vigono i contratti pessimi.
Abbiamo provato da subito ad estendere localmente la lotta nelle coop a tutti i sindacati di base, mettendo da parte discussioni e settarismi, convinti che l’unione facesse la forza ALMENO in questo, ma purtroppo, e ci dispiace dirlo, non abbiamo trovato interlocutori all’altezza del momento: ingenuità totale e/o dipendenza da centri dirigenziali altrove e/o impreparazione sindacale e tecnica e/o assenza reale nel settore. Per cui, ciò che per noi era critica complessiva da accompagnarsi a azioni concrete e credibilità pratica, si è arenata in comunicati teorici politico-ideologici da anni’70 e contraddizioni incredibili, tra consensi prima dati e poi negati per ordini dall’alto, su rivendicazioni (le stesse) altrove condivise… Nomi non ne facciamo, siamo amareggiati e certi che queste dinamiche i loro iscritti manco le conoscano. Lasciamo perdere: ma noi ci abbiamo provato, come sempre. Del resto, noi siamo le azioni che facciamo e come.
Chiaro che in un panorama simile, faccia miglior figura pure chi paradossalmente ha contribuito a creare il pessimo contesto generale: i sindacati confederali, non abbiamo problema a riconoscerlo con onestà, sono stati più seri e sul pezzo di questi. D’altronde, giocano ad una partita in cui chi tiene la palla chiama solo loro, quando gli pare.
A noi importa però la lotta e il risultato, l’impegno continuo, e i/le nostri/e iscritti/e lo vedono e ci ringraziano per questo: non arretriamo mai e continuiamo, anche “bombardando di mail” gli altri attori della vicenda: le grandi coop. di Parma (proges e auroradomus), legacoop, il sindaco, che dei servizi è il garante e se ne disinteressa bellamente. Neanche rispetto alle informazioni sul personale, sanitarie, le coop hanno messo da parte il loro atteggiamento incostituzionale (loro, i “democratici”) e francamente irresponsabile e ottuso, che di fatto nega ad una parte sempre più consistente di loro soci il diritto alla rappresentanza e all’informazione, soprattutto in un momento così delicato. Inutile sfilino il 25 aprile come rappresentanti di democrazia: il fascismo sul lavoro si comportò come loro, negando ogni rappresentanza e interlocuzione. Certo, non ci devastano le sedi: si accontentano di minacciarci se lediamo la loro immagine. Solo una pervicace ottusità (e scelta politica: se nel giornalino interno di una coop si pubblicizza un sindacato, e viceversa, e se i dirigenti coop/sindacati si scambiano a turno di ruolo, è indice che la commistione c’è, ed è grande) non capisce che a forza di esclusione si crea solo opposizione più radicale: contenti loro…
Adesso vediamo cosa succederà: noi la nostra parte la faremo, sempre.

Sindacato di base (ma per davvero) significa assemblearità, orizzontalità e potere decisionale ai lavoratori coinvolti, per cui AUTORGANIZZIAMOCI!

USI CIT Parma