14 NOVEMBRE: SCIOPERO GENERALE

Lo Sciopero Generale evoca momenti storici importanti in cui i lavoratori e le lavoratrici hanno fatto valere la propria forza nei confronti dei padroni e dei governi.

Oggi il sindacalismo di base, alternativo, conflittuale e l’opposizione sociale l’hanno proclamato il 14 novembre per tutte le categorie e per l’intera giornata.

PERCHE’?

Soprattutto per porre un argine al massacro (non c’è parola più appropriata) dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno conquistato con dure lotte nell’arco del secolo scorso.

In questa deriva ultraliberista e conservatrice non possiamo tacere le responsabilità e le complicità da parte delle Confederazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil) anche se, oggi, dal governo in carica ricevono come ricompensa calci in faccia.

Tutti i miglioramenti economici e sociali ottenuti fin’ora sono il frutto dei sacrifici e delle lotte per l’emancipazione da parte della classe lavoratrice.

La crisi feroce che stiamo subendo è causata soprattutto dall’ingordigia della classe finanziaria/padronale affamata di profitti illimitati a scapito dell’intera società e sostenuta da politicanti accecati dal potere che – nell’affannosa ricerca di privilegi da perpetuare all’infinito – emanano leggi che impongono sempre nuovi e inderogabili sacrifici.

Occorre porre un argine invalicabile a questa marcia devastante del governo e dei suoi “sponsor” internazionali (Commissione Europea, BCE, FMI): di fronte al dilagare della crisi con il suo corollario di disoccupazione, precarietà, blocco dei salari e delle pensioni, aumento del costo della vita, delle tasse, delle spese militari (Muos ed F35); di fronte al taglio dei servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti) degli sprechi e della devastazione ambientale come la TAV, della negazione al diritto alla casa, fino al punto di offrire su un piatto d’argento la più completa libertà di licenziamento con l’azzeramento dell’art.18 è quanto mai necessario reagire con forza e determinazione. Tenendo ben presente un dato storico che si è già, puntualmente verificato: quando i lavoratori e le lavoratrici si battono con accanimento in difesa del proprio posto di lavoro e dei diritti acquisiti si fa ricorso alla violenza dello Stato a suon di manganelli, denunce e cariche poliziesche.

Basta licenziamenti!

Organizziamoci affinché ogni azienda che chiude o delocalizza sia requisita dalle lavoratrici e dai lavoratori.

Licenziamo i padroni!

Senza lavoratori e lavoratrici non si produce niente. Senza padroni si può produrre tutto ciò che è utile e necessario per l’intera società.

Unione Sindacale Italiana AIT