Chi lavora al centro di tutto

Comunicato Usi-Parma – Usi/Educazione

Dal 24 febbraio scuole e asili sono chiusi per l’emergenza Covid-19. Chi è dipendente pubblico, ha avuto giustamente tutto pagato senza tanti dubbi e problemi, non avendo responsabilità per la chiusura, per chi invece lavora nelle scuole ma è dipendente di cooperativa si è aperto un periodo di incertezza e mobilitazione. Il nostro problema, interessa tutti: siamo le maestre e le ausiliarie dei vostri figli negli asili, gli educatori che seguono ragazzi con varie problematicità.

Ci sono contratti che prevedono coperture in caso di eventi eccezionali, il nostro (pessimo) firmato dai sindacati confederali dopo quasi 8 anni di rinvio, no. Il nostro contratto invece sancisce che si lavori per un salario basso e che si è sempre più precari e con pochi diritti: se li reclamiamo, siamo “soci”, se invece vogliamo farci sentire nelle “nostre” coop, siamo lavoratori che disturbano. In compenso il nostro CCNL prevede, ad esempio, la legittimità di contratti individuali inferiori a 10 ore o le notti “passive”: stiamo sul lavoro ma non veniamo pagati. I nostri stipendi variano dai 700 ai 1200 euro mensili e non coprono tutto l’anno: d’estate spesso siamo a casa, senza stipendio.

Le cooperative a Parma, nonostante sempre più di noi aderiscano a sindacati di base, ci negano perfino la rappresentanza sindacale: il diritto di contrattazione, nonostante sia previsto seppure sempre più limitato da chi non vuole voci fuori dal coro, ci è costantemente rifiutato, perché il legame sindacati confederali-centrali cooperative-cooperative è saldo e immutato.

Gli enti pubblici non possono lavarsene le mani: noi siamo lavoratori che qui abitiamo, lavoriamo, paghiamo le tasse, viviamo. Noi siamo parte della nostra città. Le amministrazioni comunali sono gli enti garanti di questa situazione, che hanno creato per motivi funzionali (“la responsabilità è di altri!”), ideologici risultati fallaci (“il privato è bello!”) e soprattutto economici (“costiamo meno a parità di funzioni”). I Comuni restano però responsabili e garanti di questi servizi, e sono coinvolti.

Noi riconosciamo perfettamente che questa è un’emergenza imprevista e grave, e non mettiamo neppure in dubbio la volontà di tutti per affrontarla nel modo migliore. Però da questo si deve partire: salario pieno a tutti/e!

Chiediamo:

  • Partecipazione ad un tavolo di trattativa con tutti i soggetti coinvolti
  • Salario pieno: le coop devono garantirci il nostro stipendio, nel caso attivando adeguati strumenti di sostegno al reddito, con la certezza in ogni caso di non intaccare ferie e banca-ore dei lavoratori
  • Anticipo immediato di questo strumento da parte delle coop
  • Integrazione della differenza mancante tra ammortizzatori sociali e salario pieno reale: se il periodo è eccezionale, lo devono essere pure le misure per affrontarlo: chi oggi guadagna poco non deve perderci ulteriormente.

Se difendiamo i nostri diritti siamo tacciati di estremismo, di pretestuosità, di irragionevolezza: forse l’estremismo, la pretestuosità e l’irragionevolezza è di chi  nega libera rappresentanza sindacale, di chi ci ha portato alla svendita dei diritti, alla distruzione sociale ed ambientale del mondo in cui viviamo, allo sfruttamento ed alla diseguaglianza sociale come dogma di riferimento. Qualcuno ci dimostri che ciò che chiediamo è ingiusto.

I DIRITTI SI DIFENDONO, SEMPRE.

SALARIO PIENO SUBITO!

USI-CIT Parma

USI/Educazione