PER UN’ALTRA EDUCAZIONE, OLTRE LA PANDEMIA DEL POTERE

Una cosa è certa in questi tempi di crisi sanitaria ed economica: la scuola, l’educazione, i bambini e i ragazzi, le famiglie, gli insegnanti e gli educatori non sono una priorità per il governo.
Ad oggi ci sono almeno 40.000 studenti mai raggiunti dalla didattica a distanza, con una media di 2 persone per classe. Ancora una volta la scuola di stato è classista e ineguale, ma in un contesto come questo risulta ancora più evidente.
Anche per coloro che sono stati raggiunti da questa “rivoluzione  telematica”, però, la situazione non è omogenea. Si pensi alle famiglie con strumenti culturali o linguistici che non sempre permettono di aiutare e sostenere i ragazzi nell’apprendimento o ai nuclei con più figli, tutti chiamati all’appello della didattica a distanza. Cambiando l’ordine delle cose, insomma, il risultato rimane il medesimo: la forbice dell’ineguaglianza si apre sempre di più.
Senza dimenticare che i fortunati, quelli che possiedono strumenti culturali e digitali, si ritrovano comunque a gestire una situazione di fronte a cui è fin troppo semplice ritrovarsi emotivamente disarmati. In uno scenario fragile, in cui il corpo della paura ha sostituito la presenza di chi ci stava accanto, la scuola è stata presa e replicata uguale a se stessa. Continue reading

affari e sanità: riflessioni sul terzo settore

da Germinal 124 del maggio 2016, p. 4

Propongo alcuni spunti di riflessione rispetto a quell’ampio settore che comprende le cooperative sociali delle quali, in quindici anni di attività, ho attraversato numerosi ambiti (salute mentale, minori devianti in ambito scolastico-domiciliare, comunità protette, progetti ad alta intensità educativa, ma anche comunità madre-bambino, tossicodipendenze e trasversalmente anche disabilità fisiche e sociali), concentrandomi sulle criticità piuttosto che sui punti di forza, che pure coesistono. Continue reading

LAVORARE IN COOP. SOCIALE OGGI

Riflessioni di un compagno di Parma

Lavorare in cooperativa sociale è sempre più difficile per un lavoratore. Se ha un’impostazione “di classe”, è roba da ufo.

Le cooperative sociali, nate negli anni ’80 per riempire, a volte in modo un po’ generoso e volontaristico, il progressivo smantellamento dello stato sociale, hanno effettivamente rappresentato una dimensione etica che rispecchiava una sensibilità sociale verso settori di popolazione ritenuti “svantaggiati”. Continue reading

USI COOP PARMA STORY

Parlare di diritti sindacali nel mondo delle coop sociali parmensi di metà anni ’90 era difficile: le tre grandi cooperative del territorio (Proges, Aurora, Domus) risentivano ancora pesantemente della retorica della cooperazione (di per se’ automaticamente nobile, unica, virtuosa), dell’autodefinirsi, ognuna a modo suo, una “grande famiglia” nella quale annullare ogni conflitto, ogni problema, ogni rivendicazione. Continue reading